Il Fuoco e i suoi Riti

Sin dall'alba dei tempi il fuoco ha rappresentato per l'umanità un elemento fondamentale per la sua sopravvivenza, ma non solo. Alla maggioranza delle persone, a cui sia capitato di trovarsi davanti al crepitare e al ballo ipnotico delle sue fiamme, sarà probabilmente successo di aver percepito una serie di sensazioni inconsuete, come l'introspezione, il silenzio interiore, un diffuso benessere, comunque un modo diverso di sentire e sentirsi, qualcosa a livello sottile muta e radiestesicamente lo si può rilevare.

Il fuoco è un fenomeno che con lo sviluppo della combustione crea calore, che può essere provocato dalla natura o dall'uomo. Secondo le ricostruzioni linguistiche sembra che il termine fuoco sia collegato al verbo latino foveo e al greco φῶς (phos) ossia luce.

L'archeologia indica che gli antenati dei moderni uomini come l'Homo Erectus sembrerebbero avere imparato a controllare il fuoco circa 790.000 anni fa. Un sito archeologico del Sud Africa, una delle culle dell'umanità, ha evidenziato tracce di fuoco controllato risalenti a 1 milione di anni fa. Sono state scoperte anche in luoghi europei tracce di fuochi accesi, che si possono riferire al medio paleolitico.

 

 

Ancora oggi nelle tribù australiane, polinesiane e dell'India meridionale, si impiegano delle pietre di selce che producono scintille se percosse scambievolmente, o un legno duro fatto ruotare velocemente con le mani in uno più morbido fino a procurare l'accensione a degli sterpi.

Con il passare del tempo si è sviluppato un suo utilizzo non solo pratico ma anche cultuale, acquisendo un'effettiva funzionalità rituale che lo vede inserito come parte attiva di congegni energetici.

Nell'antichità il fuoco era sacro e considerato distruttore, o benefico e governato perennemente in un luogo di culto: a Roma fu affidato al tempio di Vesta, in Grecia a quello di Hestia, le cui sacerdotesse venivano vigilate scrupolosamente e mantenute con la loro purezza.

Nella tradizione celtica i falò sacri annunciavano i cambi stagionali di cui ancora conserviamo reminiscenze come ad esempio nei carnevali di alcune località. Tutt'oggi nella tradizione Induista e Zoroastriana (Parsi) esso è un elemento centrale delle cerimonie rituali.

E' evidente che per tutti i popoli del mondo è sempre stato considerato un'entità sacra, e acceso durante i vari riti e funzioni religiose.

Radiestesicamente quindi è possibile testare un luogo prima e dopo l'accensione di un fuoco, o le fiamme stesse , e trovare valori energetici molto differenti tra loro.

Esso crea, in funzione alla sua dimensione e il luogo nel quale è acceso, un camino nel quale l'energia cosmica viene concentrata e quella tellurica amplificata, dove per tutto il tempo dell'accensione si possono misurare vibrazionalità pari a quelle provocate da un rito, che vengono poi diffuse nel terreno e nell'etere.

Pertanto questo meccanismo, che risulta un “ canale rituale ”, provoca nei partecipanti delle intuizioni o commozioni, o ci induce a ricevere messaggi astrali.

 

Ed ecco le sperimentazioni radioestesiche.

Esperimento n° 1 – 25/07/2007 – Valchiusella (TO)

Tempo: sereno

Terreno:

geopatico con una media vibrazionale rilevata di 3.500 u.B., dovuta alla natura geologica del suolo e alla presenza di vene acquifere poco profonde e ad acqua stagnante nel sottosuolo.

 

Scopo della prova:

verificare il cambio frequenziale che avviene nell'ambiente dovuto all'accensione di un fuoco circoscritto in un cerchio di otto pietre che formano un circolo di 1,5 mt. di diametro.

Quattro di queste, più grandi, orientate sui quattro punti cardinali della terra e poste sulla verticale di una vena acquifera sotterranea profonda 6 mt. e larga 4 mt. che vibra a 1.500 u.B.

 

Risultati:

dopo l'accensione si rileva che la fiamma ha un valore di 11.000 u.B. (pari a quello di un altare consacrato).

Mentre per un diametro di 8 mt. dal centro del fuoco il valore sale a un massimo di 8.500 u.B. (vedi figura prova n° 1).

 


 

Esperimento n° 2 – 15/09/2007 – Valchiusella (TO)

Tempo: sereno

Terreno: posto in collina, con energia neutra, vibrazione media di 6.500 u.B.

Scopo della prova: verificare il cambio frequenziale che avviene nell'ambiente e il mutamento psico-spirituale che avviene in noi stessi dopo l'accensione di un fuoco acceso sopra la verticale di scorrimento di una vena acquifera posta su un terreno neutro, la quale produce una vibrazione di 2.500 u.B.

Ponendosi sul punto (A) ad eseguire un rito induista che prevede di recitare un mantra composto da 108 nomi di potenza riferiti alle divinità femminili e che servono ad invocare benefici e grazie. Tutti i risultati dopo l'accensione del fuoco sono identici alla prova n° 1 , ma durante la preghiera ubicati sul punto (A) si ha progressivamente una variazione di frequenza che dopo 20 minuti raggiunge per un diametro di 10 mt. il valore di 16.000 u.B. che poi degrada e si normalizza nei successivi 5 minuti (vedi figura prova n° 2).

Risultati: come si può constatare dalle due esperienze descritte, con dei rilievi radioestesici si può rilevare l'efficacia energetica di un fuoco che se acceso su un terreno geopatico o neutro, anche se posto sulla verticale di una vena acquifera, sviluppa al suo centro e intorno ad esso una frequenza elevata (11.000 u.B.) e che se attivato da un rito è in grado di espanderla ulteriormente, fino ad annullare per tutto il tempo che rimane acceso le radianze negative emesse da una vena acquifera.

Forse questa analisi extrasensoriale ci fa capire perché per molte popolazioni antiche il fuoco fosse sacro, e impiegato nella ritualità in certi giorni dell'anno.

 

( gli esperimenti n°1 e n°2 sono stati pubblicati sul bollettino n°4 del Dicembre 2008 “L'Arte Radiestesica”, notiziario dell'A.I.R. (Associazione Italiana Radiestesisti).

Ringrazio il Presidente Aristide Viero per i preziosi consigli.

 

Esperimento n° 3 – Primavera 2007 – Valchiusella (TO)

Tempo: sereno - umido

 

Terreno:

geopatico con una media vibrazionale di 5.000 u.B., dovuta dalla natura geologica del suolo in prevalenza argilloso consistente in uno strato superficiale variabile di 5-10 metri, il quale non permette la giusta permeabilità ma anzi favorisce la parziale rifrazione delle onde cosmiche.

Inoltre consistente presenza di vene acquifere sotterranee ravvicinate, che provocano irraggiamenti di raggi gamma e che entrano i risonanza tra loro.

 


Scopo della prova:

Verificare il cambio frequenziale avente luogo nell'ambiente e circoscriverlo, analisi del mutamento psico-spirituale che avviene nei partecipanti , dopo l'accensione di un fuoco posto su di un antico punto rituale pagano del valore di 18.000 unità Bovis e facente parte di un congegno composto da altri due punti simili, in una triangolazione che un tempo attivata innalzava l'energia per una grande parte di superficie.

Descrizione: il fuoco è stato circoscritto (vedi foto) all'interno di un cerchio di 12 pietre polarizzate, di cui 4 più grandi, cioè con metodo radiestesico è stata verificata la polarità positiva e negativa ( assicurandosi che tutte e due fossero presenti, circostanza non scontata) quindi poste con il segno meno a contatto con la terra ed orientate sui punti cardinali, questa procedura a permesso all'energia presente nel punto consacrato di aumentare il suo raggio di azione di circa 1.5 metri a fuoco spento.

Come si vedrà dai rilievi il fuoco si trova sopra l' incrocio di due vene acquifere, punto che già antichi sacerdoti-rabdomanti avevano ricercato ed utilizzato.

Risultati: dopo pochi istanti dall'accensione del fuoco l'alta energia esistente nel punto consacrato viene trasportata e amplificata nell'ambiente circostante attraverso le vene acquifere sotterranee in particolar modo lungo il loro senso di scorrimento, questo fenomeno avviene in maniera rilevante per un perimetro di 50 m. circa. Dove nel vicino incrocio di vene avevamo un valore pari zero Bovis, saliamo vertiginosamente a 11.000, anche una vena minore poco distante subisce una repentina impennata vibratoria da 1.500 unità Bovis sale a 7.000. In linea generale il terreno, escluse le porzioni interessate dal passaggio delle vene acquifere, risulta temporaneamente sanato e riportato alla sua vibrazione media ideale.

Prima dell'accensione del fuoco ci siamo posti ad una decina di metri da esso e a valle del senso di scorrimento della vena principale (punto R), abbiamo fatto vuoto mentale per alcuni minuti e ci siamo predisposti a ricevere.

Percezioni: un amico ha acceso per noi e appena le fiamme hanno iniziato a crepitare istantaneamente una forte sensazione di avvolgimento ci ha colti, portandoci quasi alla commozione. Una bellissima forza ci ha pervaso, era la concentrazione dell'etere o se vogliamo del Prana o del Ki secondo gli orientali. Sicuramente un contesto ottimale per qualsiasi pratica spirituale e di guarigione.

 

 

 

Esperimento n° 4 – 29-/06/2009– Valchiusella (TO)

Sacralizzazione di un fuoco e di un menhir.

 

Tempo: sereno – ventilato.

Scopo della prova:

Al fine di verificare il cambio frequenziale che avviene nell'ambiente e circoscriverlo, nell'estate 2009 procedo con una sperimentazione riguardante la sacralizzazione di un cerchio di pietre di circa 2 metri di diametro e di una pietra allungata (menhir) in diorite locale di circa 1.7 metri di altezza.

 

Descrizione:

Il cerchio di pietre è formato da quattro massi più grandi orientati sui punti cardinali e intervallati da quattro massi più piccoli ogni 90° gradi, sicchè in totale vi sono 16 massi piccoli. Questo cerchio viene adibito al contenimento di un fuoco.

Il sito in questione si trova in Valchiusella (TO) fuori dal centro abitato, nei pressi di una casa colonica e su di un terreno collinare. Si tratta di un prato in leggera pendenza costeggiato da un bosco e con un piccolo torrentello che lo affianca.

Ho precedentemente rilevato il terreno, prima del posizionamento delle pietre, trovandolo assai geopatico a causa di 3 vene acquifere sotterranee di cui due piuttosto larghe (3/4 metri), e dei minerali di magnetite e ferrite, ricchi in quella zona, la terza vena più modesta non supera il metro di larghezza.

I valori fuori vena sono stati stimati intorno ai 4.000-5.000 u.B. e sulle vene 2.000-2.500 u.B.

L'incrocio delle tre vene risultava essere di zero unità Bovis, quindi molto adatto alla collocazione di un emettitore-ricevitore in quanto trattasi di un punto di forza della terra.

Rilevai inoltre all'interno della zona di incrocio delle vene un nodo della griglia di Hartmann, punto che venne segnato con un picchetto e sul quale è stata poi collocata in modo preciso la pietra-menhir, questo per favorire anche l'interazione con la griglia elettromagnetica, e per aumentare ulteriormente il campo d'azione energetico del congegno.

 


 


 

Risultati: nel rilievo sono indicati i valori dopo la sacralizzazione e quelli relativi durante l'accensione ed il mantenimento del fuoco all'interno del perimetro di pietre.

Risulta quindi che con questa procedura l'energia del luogo viene migliorata per un raggio che varia, rispetto al senso di scorrimento delle vene acquifere, tra i 10 e i 30 metri dal punto fuoco mantenendo una frequenza ottimale (7.000-8.000 u.B.), energia che si alza in maniera sostanziale quando si attivano le fiamme (18.000 u.B. nel perimetro di pietre, valore che decresce man mano che ci si allontana da esso), favorendo nelle persone presenti sensazioni piacevoli ed introspettive che possono dar luogo anche ad intuizioni e canalizzazioni legate all'astrale. (Rudi Toffetti)

 

Come continuazione logica delle mie ricerche qui riportate ho ritenuto interessante inserire brevi ma esaurienti descrizioni riguardanti culti che pongono al loro centro l'elemento sacro del fuoco. Yaghia, Dhuni e Zoroastrismo.

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